Approfondimenti

Secondo una sintetica e non esaustiva definizione, la Psicologia é la scienza che studia il comportamento umano e che cerca di comprendere ed interpretare i processi mentali ed affettivi che lo determinano.
La Psicologia, che ha storia e tradizioni consolidate dal secolo XIX, nasce nell’ambito delle scienze filosofico-umanistiche per aprirsi successivamente alla metodologia di studio e di ricerca delle scienze naturali, ed adottarne i criteri di sperimentazione, osservazione e quantificazione.
Tra gli oggetti di studio e di approfondimento di questa disciplina citiamo ad esempio la memoria, l’intelligenza, l’apprendimento, la comunicazione, le emozioni, l’affettività, la motivazione, la frustrazione, l’aggressività, il conflitto; ed ancora le relazioni, le forme organizzative ed i gruppi, la personalità e la sfera dell’inconscio.

Per approfondire scarica l’opuscolo informativo “Lo psicologo” dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna

Che cosa si intende esattamente per psicoterapia? Questo termine dal punto di vista etimologico significa “cura dell’anima” e riconduce a terapie psicologiche basate sul colloquio e la relazione, il cui obiettivo e’ determinare un cambiamento consapevole dei processi psichici dai quali dipende il malessere presente. Si tratta dunque di una cura, che utilizza il colloquio clinico, per risolvere una serie di disturbi psicopatologici di diversa entità, che possono nuocere al benessere della persona, fino a inibirne lo sviluppo. Un intervento psicoterapeutico può avere quattro principali finalità, che possono essere tra loro diverse e connettersi con modalità di trattamento differenti:

1. Si può utilizzare la psicoterapia come supporto mirato per la gestione di una situazione di emergenza, di un momento di crisi e di forte difficoltà personale, ad esempio un lutto improvviso, o un evento traumatico inaspettato. In questo caso il trattamento psicoterapeutico aiuta a metabolizzare la situazione stressante e a trovare, insieme al paziente, nuove modalità di risoluzione delle difficoltà;

2. La psicoterapia può servire come aiuto, consulenza, per offrire informazioni, sostegno psicologico e rinforzo e per proporre una spiegazione a sensazioni ed esperienze confuse e indefinite;

3. La psicoterapia e’ richiesta per una condizione psicopatologica in atto, per gestire diversi sintomi psichici, quali attacchi d’ansia, disturbi sessuali, crisi di identità. In questo caso occorre identificare le cause psicologiche connesse alla sintomatologia e capire come fronteggiarle; 4. Il ricorso alla psicoterapia può avvenire dopo la risoluzione di una situazione psicologica acuta, attraverso il ricorso a trattamenti farmacologici o ricoveri ospedalieri. Il trattamento psicoterapeutico allora e’ volto alla gestione emotiva di questi problemi psichici e alla prevenzione di possibili recidive future.

La psicoterapia, ad orientamento psicoanalitico, è una esperienza trasformativa in cui la persona può osservare, riflettere e comprendere le proprie emozioni, i propri comportamenti, il modo in cui si relaziona con gli altri e l’ambiente circostante. È un percorso di rilettura e scoperta di sé rispettoso della propria unicità e complessità psicologica che aiuta a scoprire e ritrovare se stessi e a liberarsi dalle censure che impediscono di seguire i propri desideri e il proprio sentire. Attraverso l’analisi diretta sulla propria persona dei fenomeni e dei processi inconsci che regolano la vita cognitiva, affettiva e relazionale, si promuove lo sviluppo personale e la scoperta di nuove risorse e di modi più funzionali per affrontare e gestire la propria vita.

La parola e la relazione sono gli ingredienti della psicoterapia individuale. In un clima in cui il giudizio è sospeso e i tempi del paziente sono rispettati, si esplorano i motivi dei conflitti responsabili del malessere personale, ci si interroga sulle proprie sensazioni, idee, sentimenti e stati d’animo per mettersi in gioco in modo nuovo. È un percorso che pone al centro della sua attenzione l’individuo per accompagnarlo verso una maggiore consapevolezza di sé e del proprio agire, fino all’attivazione di nuove risorse e nuove modalità di rapportarsi con se stesso e con gli altri.

La finalità è quella del cambiamento consapevole che si concretizza nel raggiungimento di uno stato di maggiore benessere personale e nell’acquisizione di maggiori capacità per affrontare problematiche passate, presenti o future e gestire così la propria vita in maniera più autonoma e matura.

La psicoterapia di gruppo, come quella individuale, è volta ad aiutare chi vorrebbe sviluppare le sue risorse nell’affrontare le difficoltà e i problemi della propria vita. La psicoterapia non è il luogo dove si raccontano le esperienze della propria vita, ma deve essere il luogo dove si sperimentano nuove modalità di relazioni interpersonali e si acquisiscono modelli comportamentali funzionali e positivi da esportare poi, all’esterno, nella vita di tutti i giorni. Questi aspetti sono particolarmente “sentiti” all’interno della psicoterapia di gruppo. Più che il parlare conta lo sperimentare il provare emozioni, capire e acquisire nuove capacità e consapevolezze”. Nella terapia di gruppo, inoltre, proprio per la costante presenza del terzo ( gli altri pazienti, o lo psicologo conduttore ) si viene a realizzare sempre una situazione relazionale triangolare simile a quella familiare, che, come spesso riscontriamo, può essere stata, anche se involontariamente, responsabile dei problemi attuali. Ci sono poi anche tante occasioni di apprendimento di esperienze fatte “sulla pelle degli altri” con la conseguente acquisizione di modelli comportamentali da sostituire a quelli carenti derivati dall’esperienza vissuta. Nel gruppo, si scopre, a volte con sbalordimento, che certe difficoltà e paure, che si pensavano fossero esclusivamente proprie, sono invece comuni a tutti o alla maggioranza dei presenti, questo permette di liberarsi dai frequenti sentimenti di vergogna e isolamento che si provano rispetto alle proprie difficoltà. Gli argomenti delle sedute non sono predeterminati dal terapeuta, ma emergono spontaneamente dal gruppo. Il gruppo può diventare una fonte di supporto e di forza in momenti di stress per il partecipante. I feedback che si ottengono dagli altri sui propri atteggiamenti nel gruppo possono aiutare a divenire consapevoli di alcuni suoi schemi di comportamento disadattativi, può aiutare a far cambiare punto di vista ed aiutare ad adottare delle risposte più costruttive ed efficaci. Il gruppo può divenire un laboratorio per sperimentare nuovi comportamenti relazionali.

La condivisione

Il gruppo è un luogo e uno spazio in cui è possibile iniziare a pensare e affrontare un problema. Uno spazio contenitivo, dove le emozioni possono crescere e alloggiare, senza essere schiacciate dall’emergenza del fare, dalla paura delle reazioni violente, dal peso delle difficoltà economiche, dalla realtà, Bion (1971). Nel gruppo è possibile non solo parlare della propria problematica, ma condividerla avendo la possibilità di osservarla da molteplici prospettive, per poter affrontare il problema non solo riguardo ai fatti, ma nelle emozioni e nei significati che assume. Viene valorizzata l’esperienza di condivisione di una sofferenza che fino ad ora si era costretti a relegare nell’intimo del proprio io, non ritenendola accettabile dagli altri, e accorgersi che invece era familiare a molte altre persone simili a noi. C’è infine la piacevole esperienza della condivisione affettiva che sostiene in quanto tale, fine a se stessa, permette di sentirsi accolti e funge da caldo contenitore, capace di dare il coraggio di osare e rischiare per ottenere quei cambiamenti indispensabili per un vero miglioramento della propria esistenza. Il gruppo a conduzione gruppo analitica, in quanto luogo eletto di scambio, offre ai soggetti che vi partecipano una duplice possibilità: quella di essere aiutati, e quella di aiutare gli altri.La rottura dell’isolamento e la creazione di un senso di condivisione e di appartenenza, in molti casi, sono già di per sé terapeutici, tuttavia le capacità curative della terapia di gruppo non si fermano qui.

Responsabilizzazione

La psicoterapia di gruppo stimola grandemente il livello di responsabilizzazione di ciascuno e lo spinge ad assumere ruoli adulti fortemente responsabilizzanti. La capacità di essere aiutati nella misura in cui si è disposti ad aiutare gli altri è alla base di ogni rapporto di scambio tra adulti. Una volta sperimentata e acquisita, questa abilità, viene messa a disposizione non solo del soggetto ma anche delle persone che con lui interagiscono abitualmente al di fuori del gruppo (famigliari, colleghi, amici, ecc…).

Composizione del gruppo

Prima di partecipare alle sedute di gruppo, sono necessari dei colloqui individuali preliminari. I colloqui servono sia al terapeuta per conoscere i singoli partecipanti prima di inserirli nel gruppo, che ai possibili partecipanti per familiarizzare con il terapeuta, che sarà una figura costante durante tutto il percorso. Questa fase permetterà di avere informazioni su aspetti e regole di base, come ad esempio l’obbligo di mantenere la più assoluta riservatezza su quanto emerge all’interno del gruppo (setting).

Organizzazione della terapia di gruppo

– Di solito in gruppo ci sono tra i sei e i dodici membri. Al di sopra dei dodici membri è impossibile creare un’atmosfera terapeutica e avere sufficiente tempo per ognuno. – Le sedute durano un’ora e mezza. – La frequenza può essere di una ma anche di due volte a settimana.

Il gruppo è terapia

Il gruppo, grazie alla guida dello psicoterapeuta, ha la capacità di contenere e trasformare i vissuti portati dai singoli individui attraverso l’auto-analisi. Grazie al conduttore, le emozioni e i pensieri delle persone che partecipano al gruppo vengono fatti oggetto di interpretazione e trasformazione. Il conduttore valorizza gli interventi dei singoli e mette in evidenza i loro aspetti costruttivi, interpretativi e problematici. Il singolo che partecipa al gruppo effettua una continua opera di auto-analisi e di confronto con il mondo interiore degli altri e può trarre spunto o fare propri i modelli di pensiero o comportamento altrui che appaiono più costruttivi e utili. Tramite l’auto-analisi e i feedback dello psicoterapeuta e degli altri partecipanti, la persona che soffre di un disagio psichico prende sempre più consapevolezza di se stessa, dei suoi limiti, risorse e schemi di pensiero e può lavorare per cambiare ciò che deve essere cambiato. Infine nel gruppo la persona può sperimentare nuovi modi di relazionarsi agli altri e migliorare, così, la sua capacità di relazione anche all’esterno del gruppo, nella vita di tutti i giorni.

Il counseling è uno strumento che attraverso la relazione facilita la conoscenza di sé, il contatto con le proprie emozioni e lo sviluppo delle proprie risorse favorendo l’autoconsapevolezza e la crescita personaleMira alla definizione e soluzione di problemi specifici e/o alla presa di decisioni che possono riguardare l’area affettiva, quella sociale, quella lavorativaprofessionale.

Si configura come un intervento breve e con obiettivi focalizzati. L’intento è di accompagnare la persona, rafforzarne le capacità di autodeterminazione e nell’“aiutarla ad aiutarsi” nel gestire le sue difficoltà. L’intervento di counseling svolto da uno psicologo-psicoterapeuta si differenzia da quello realizzato da altro operatore non laureato o laureato in altre discipline per l’esperienza e la formazione di chi lo svolge.